La Giornata Mondiale dell’Alimentazione viene celebrata il 16 ottobre ed è stata istituita con lo scopo di sensibilizzare la popolazione a seguire un’alimentazione sana e consapevole.
Tra i modelli alimentari che determinano benefici per la salute è importante annoverare la dieta mediterranea, un modello ispirato agli stili tradizionali dei Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo e dal 2010 riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Tuttavia, recenti studi hanno evidenziato nella popolazione italiana una bassa/medio-bassa aderenza alla dieta mediterranea, legata prevalentemente alla scarsa conoscenza dei benefici ad essa correlati.
Una buona aderenza al modello mediterraneo esercita numerosi effetti protettivi che vanno dalla prevenzione delle malattie cardiovascolari alla riduzione del rischio di cancro, nonché di malattie neuro-degenerative e un miglioramento della qualità del sonno.
Per di più, la dieta mediterranea coniuga salute e benessere con il rispetto per l’ambiente. Il suo impatto sulla sostenibilità ambientale ha avuto un crescente interesse negli ultimi anni, in particolare quando questo viene confrontato con quello determinato da altri modelli alimentari caratterizzati da una maggior frequenza di consumo di prodotti di origine animale. La dieta mediterranea si distingue come una delle diete più sostenibili, mostrando bassi valori in termini di emissioni di CO2 e di utilizzo del suolo e dell’acqua.
Perché la dieta mediterranea è sostenibile
La dieta mediterranea è infatti una dieta che predilige il consumo di alimenti di origine vegetale come cereali integrali, frutta, verdura; raccomanda l’utilizzo di olio extravergine di oliva come fonte di acidi grassi insaturi insieme a frutta a guscio e semi oleosi; incoraggia una maggiore assunzione di fonti proteiche di origine vegetale come i legumi, riducendo quelle di origine animale come la carne, con un particolare riguardo alla carne rossa e processata, il cui consumo andrebbe fortemente limitato nell’arco della settimana.
Secondo il documento “Sustainable healthy diets: guiding principles” della FAO e della World Health Organization (2019) aderire ad una dieta a ridotto consumo di carne e che rispetti le raccomandazioni nutrizionali per il consumo di alimenti vegetali come frutta e verdura può favorire la riduzione dell’emissione di gas serra di quasi il 50%.
In questo contesto, la giornata mondiale dell’alimentazione ci ricorda di compiere scelte alimentari più sostenibili per l’ambiente rendendo la nostra alimentazione sempre più vegetale, come suggerito dalla dieta mediterranea.
Un’alimentazione sostenibile presuppone un maggiore consumo di alimenti di origine vegetale, tutela la biodiversità animale e vegetale supportando il consumo di prodotti locali, freschi e di stagione e promuove l’acquisto di prodotti equi e solidali che sono ottenuti non solo attraverso produzioni sostenibili per l’ambiente, ma anche rispettose dei diritti dell’uomo.
L’importanza del pesce nell’alimentazione
Anche il pesce può far parte di un’alimentazione consapevole se proveniente da pescato locale o da acquacoltura sostenibile. L’acquacoltura sostenibile, infatti, può costituire una soluzione al problema dell’eccessivo sfruttamento delle risorse ittiche e garantire la salvaguardia della fauna marina.
In aggiunta al ridotto impatto ambientale della sua produzione, il pesce è un prezioso alleato per la nostra salute. Nella Dieta Mediterranea i prodotti della pesca sono tra i gruppi alimentari da consumare settimanalmente: il consumo raccomandato è di almeno due porzioni a settimana.
I prodotti della pesca hanno rilevanti proprietà nutrizionali e rappresentano una fonte di proteine di alto valore biologico, con un contenuto proteico medio del 18 – 20%.
Da sottolineare inoltre la tipologia dei grassi presenti: basso contenuto di acidi grassi saturi ed un buon contenuto di acidi grassi insaturi, in particolare acidi grassi della serie omega-3.
Pertanto, è importante consumare pesce di diverse tipologie, alternando quello grasso (es. alici, aringhe, sardine, sgombri e salmone), da assumere una volta a settimana, a quello magro (es. nasello, spigola, orata), la cui assunzione consigliata è di due volte a settimana.
Per garantire all’organismo il giusto rifornimento di vitamine e minerali, è opportuno abbinare i prodotti della pesca ad una adeguata porzione di ortaggi di stagione, preferibilmente utilizzati a crudo per preservare questi preziosi micronutrienti.
Via libera, quindi, ad una buona pietanza di pesce con insalata mista e frutta di stagione!
Agenda di sane e buone abitudini per il futuro dell’alimentazione
Non da ultimo, come definito dall’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 (“garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo), un’alimentazione sostenibile si basa su comportamenti responsabili da parte del consumatore, che nel suo piccolo può contribuire per esempio alla riduzione degli sprechi alimentari.
- Acquistare il cibo in modo attento e consapevole: prima di fare la spesa è importante considerare gli alimenti che sono già in dispensa in modo da evitare di comprare alimenti non necessari;
- acquistare, quando possibile, cibo prossimo alla scadenza oppure frutta e verdura di seconda scelta.
- evitare l’acquisto di alimenti preincartati o confezionati, cercando invece di preferire alimenti sfusi per ridurre l’utilizzo di imballaggi;
- acquistare prodotti surgelati per ridurre gli sprechi e l’impatto ambientale potendo fare scorta grazie ai prodotti a lunga conservazione;
- un’altra regola base è non buttare il cibo avanzato e conservarlo adeguatamente: questo infatti può essere riutilizzato per altre preparazioni (“cucina del recupero”) oppure può essere congelato.
Attraverso questi piccoli gesti quotidiani possiamo tutti contribuire al benessere nostro e del nostro pianeta: seguiamo la dieta mediterranea!